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CHIAVARI: STORIA E MONUMENTI

 

Fonte: www.marina-chiavari.it

 

Uscendo dal Porto, magari dopo una lunga e rilassante passeggiata lungo il bel Lungomare, aperto come una terrazza sul Golfo del Tigullio e su Portofino e chiuso a ponente dalla mole della Colonia Fara, capolavoro di architettura razionalista, , si oltrepassa la ferrovia e si arriva nella grande piazza di Nostra Signora dell’Orto, dominata dall’imponente facciata della Cattedrale.La chiesa nasce come santuario sul luogo in cui, il 2 luglio 1610, un contadino ebbe l’apparizione della Madonna presso un’immaginetta dipinta su un muro di orto; allora Chiavari era più piccola di oggi, e qui ci si trovava già fuori dalle mura urbane, nell’area degli orti.Quando Chiavari, nel 1845, diventa sede della Diocesi, la chiesa viene rinnovata ed ingrandita per adeguarla alla sua nuova dignità; nei primi anni del Novecento fastosi e fantasiosi decori neo barocchi vanno ad affiancare i begli altari seicenteschi e la serie di straordinarie casse processionali in legno dell’ambito dello scultore Anton Maria Maragliano, collocate ai lati dell’altar maggiore e nelle cappelle del transetto.Accanto alla cattedrale, è possibile visitare il piccolo ma prezioso Museo Diocesano, che conserva le più preziose opere d’arte provenienti da chiese della Diocesi dove non era possibile garantirne la sicurezza e la conservazione. Dipinti, tessuti e preziosi argenti ci raccontano la storia della devozione nel nostro territorio fin dal Medioevo.Tornando sulla piazza, troviamo la facciata neoclassica del Palazzo Comunale; seguendolo arriviamo all’allegra Piazza Mazzini, che per i chiavaresi è “Piazza dei cavoli”, perché ospita ogni mattina il mercato della frutta e della verdura.Guardandoci intorno, cominciamo a sentirci raccontare la storia di Chiavari: in alto sopra la piazza, intravediamo la mole del Castello (oggi di proprietà privata) voluto dai Genovesi nel XII secolo, al momento della fondazione della città, che doveva rappresentare un caposaldo militare a difesa della Repubblica di Genova dall’espansione della famiglia Fieschi, che dominava buona parte della Liguria ad est del fiume Entella.Se osserviamo con attenzione la piazza ed i vicoli attorno a noi (noi genovesi li chiamiamo carruggi), capiamo subito che il centro storico della città è stato fondato con un preciso progetto: le strade sono perfettamente dritte, e si incrociano ad angoli regolari.Chiavari è rimasta una città importante per buona parte della sua storia; sulla piazza affaccia il grande palazzo barocco dei Torriglia (venendo dal mare sulla sinistra), mentre alle nostre spalle l’ottocentesco Palazzo di Giustizia, sede del tribunale, ci mostra come Chiavari sia ancora oggi la sede di molti servizi per tutto il comprensorio del Tigullio.Lungo tutto il centro storico di Chiavari, i carruggi corrono in mezzo a due file continue di portici, di ampiezza ed altezza diseguali e sostenuti da colonne anch’esse molto diverse per forme e dimensioni: questo era l’aspetto tipico di tutti i centri genovesi del Duecento, compreso il centro storico di Genova che poi, nel tempo, ha completamente cambiato struttura, e che oggi possiamo immaginare proprio partendo dal modello di Chiavari.Proseguendo verso l’interno oltre Piazza Mazzini, arriviamo nella raccolta piazzetta di San Giovanni Battista, che era il cuore della città antica. La modesta facciata moderna nasconde una delle più belle ed importanti chiese di Chiavari, San Giovanni Battista appunto, legata alla committenza della nobile e ricchissima famiglia dei Costaguta, che la rinnovarono e la fecero decorare dai più importanti artisti genovesi nella prima metà del Seicento.Usciti dalla chiesa, proseguendo lungo uno dei carruggi verso est (e verso Lavagna) troviamo l’ampia Piazza Fenice, su cui affaccia lo splendido Palazzo dei portici neri, residenza nobiliare duecentesca, poi molto rimaneggiata, che deve il suo nome al possente porticato in ardesia e che ci offre un esempio particolarmente suggestivo di architettura gotica ligure.Poco più avanti, mentre sulla collina alla nostra sinistra cominciamo a vedere le prime propaggini del Parco di Villa Rocca, troviamo il Palazzo Rocca, il più noto monumento chiavarese.Nato nel Seicento come residenza della famiglia Costaguta, che nel 1629 chiamò per costruirlo l’importante architetto genovese Bartolomeo Bianco, passò poi attraverso molte diverse proprietà, fino ad arrivare a Giovanni Rocca, che lo trasformò in un’elegantissima residenza altoborghese, e che nel 1912 lo lasciò al Comune come Galleria Civica.Diversi dipinti del Seicento e Settecento, ancora provenienti dalle collezioni dei più antichi proprietari (e dalla collezione dei Torriglia, anch’essa arrivata al Comune come legato degli ultimi eredi della famiglia), e gli splendidi arredi voluti da Rocca, fanno di questo palazzo un sontuoso Museo – dimora, che ci racconta molto dei modi di vivere dell’aristocrazia attraverso i secoli.Al piano terra del Palazzo, ha trovato la sua sede il Museo Archeologico della Preistoria e Protostoria del Tigullio, che conserva reperti provenienti dagli importanti siti archeologici presenti nel territorio vicino: dalla cava di diaspro di Valle Lagorara, in Val di Vara, alla miniera di rame di Libiola, a Sestri Levante, all’importantissima necropoli (area cimiteriale) ritrovata proprio a Chiavari negli anni Settanta del Novecento, che risale all’VIII secolo a.C. e che ci ha fornito moltissime informazioni fondamentali per comprendere la vita e la cultura degli antichi Liguri, la popolazione che viveva in Liguria prima dei Romani.Lasciato alle nostre spalle il Palazzo Rocca, sbuchiamo in Piazza Garibaldi (o Piazza delle carrozze). Subito oltre Palazzo Rocca troviamo l’ingresso dello splendido Parco, fatto costruire lungo il fianco della collina come un parco all’inglese ed un giardino botanico dallo stesso Giovanni Rocca; ed un poco oltre, l’Auditorium di San Francesco, ricavato dall’antica chiesa francescana della città e dedicato oggi a concerti, conferenze, eventi culturali.Affaccia su piazza Garibaldi anche il Cinema Teatro Cantero, sede di un’interessante stagione teatrale.Superata Piazza Garibaldi, possiamo proseguire lungo via Vittorio Veneto fino a Piazza Roma: in questa zona troviamo interessanti facciate ed interni liberty e déco, ed il piccolo Palazzo delle Esposizioni, oggi di utilizzo privato, che rappresenta un altro interessante esempio di architettura razionalista.Se da Piazza Roma ci spingiamo fino al limite della città, raggiungiamo il fiume Entella, la “fiumana bella” ricordata da Dante che separa Chiavari dall’abitato di Lavagna.Lungo il fiume, su entrambe le rive, si trovano percorsi pedonali e ciclabili, che si inoltrano all’interno lungo l’Oasi Faunistica dell’Entella, area protetta che ospita importanti specie filmali, soprattutto per quanto riguarda gli uccelli migratori.Se invece da Piazza Roma torniamo indietro lungo Via Vittorio Veneto e via XXV Aprile, fra raffinati negozi dalle antiche vetrine in legno e specchi, panettieri che ci tenteranno con il profumo della focaccia, e caratteristici fainôtti dove gustare al volo le specialità della cucina genovese, possiamo raggiungere l’estremità opposta del borgo antico di Chiavari, chiusa oggi da Corso Millo.Lungo il viale (proprio in questa zona fu ritrovata l’antica necropoli ligure), fra palme ed aranci, si trova una serie di eleganti villette liberty, fatte costruire dagli americani, cioè da quei chiavaresi che erano emigrati nelle Americhe nell’Ottocento, e che due generazioni dopo tornarono indietro a mostrare le loro ricchezze e le loro fortune.Da qui si può proseguire, in autobus o in automobile, lungo le curve e gli straordinari panorami della statale Aurelia, fino al bel santuario di Nostra Signora dell’Ulivo a Bacezza e, più oltre, fra leccete ed uliveti, fino al Santuario di Nostra Signora delle Grazie: oltre ad una vista sul Golfo del Tigullio davvero indimenticabile, il Santuario ci offre uno splendido ciclo di affreschi realizzati a metà del Cinquecento dai pittori Teramo Piaggio e Luca Cambiaso, quest’ultimo il più importante artista genovese del Rinascimento.Non c’è modo migliore di accomiatarsi da Chiavari, dal suo fascino e dalla suo lunga storia, che guardarla da qui, fra i colori e i profumi del Mediterraneo.

 

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